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e non lo lasciava fermo un minuto dall’uno all’altro sportello del carrozzone.

Sapessi almeno dove sta di casa! Quando questa formula precisa gli si affacciò al pensiero il dubbio non era più possibile. Pure le sue tendenze di sognatore gli facevano preferire ancora l’incertezza vagabonda che rappresentava per lui quasi uno stato musicale dell’anima, la vera atmosfera adatta al suo temperamento; e poichè alcune note gli venivano sulle labbra si pose a solfeggiarle fra sè e sè, provando in tale sfogo una dolcezza straordinaria.

Verdello e Treviglio gli sfuggivano senza che se ne accorgesse. A Cassano mise fuori il capo per guardare l’ameno gruppo di case sulle sponde dell’Adda, ultimo sorriso del paesaggio. Con Melzo la pianura milanese si stendeva assoluta padrona dell’orizzonte; una stazione ancora e poi Milano!

Ippolito era troppo provinciale, troppo poco abituato a quella che i suoi zii chiamavano ancora «la capitale lombarda» per esimersi da una certa commozione quando il treno si fermò sotto l’ampia tettoia, e discese senza impaccio ma non senza curiosità, poichè infine era la città dove Ella abitava, dove avrebbe potuto passarle accanto, sfiorarla, udire il suono della sua voce... Ce n’era d’avanzo per metterlo in orgasmo.

Andò subito a sbrigare la faccenda della cam-