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possono giacere inoperosi in un giovane di ventidue anni. Forse lei stesso si ignora, forse le circostanze non furono fino ad ora favorevoli al suo pieno sviluppo. Mi lasci credere che è così. Ma intanto non limiti l’orizzonte davanti al suo pensiero. Occorre qualche volta mirare più in là del punto visibile per colpire nel segno.

Contro il solito mi sento oggi molto male. Non capisco che cosa possa essere, ma la penna mi cadde di mano. Volevo dirle tante cose!... Mi si oscura la vista... Addio per oggi. Le scriverò ancora presto.

Lilia.


19 maggio. Gentile incognita, la sua ultima lettera mi lascia perplesso. Ho aspettato tre giorni sperando di avere qualche notizia della sua salute, ma incomincio ad essere agitato. Come sta? Voglia dirmelo subito.

Il suo interessamento mi commuove oltre quanto mi sia possibile confessare, la dolcezza di questa corrispondenza è tale che tremo alla sola possibilità di perderla, sia pure per qualche tempo.

Se non può scrivermi mi mandi un cenno qualsiasi, un fiore ancora, un foglio, un filo, ma ch’io sappia, ch’io sappia!

Ippolito.