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52 | Una giovinezza del secolo XIX |
albori del secolo decimono accontentandosi del sottinteso scurrile.
Ho visto io sotto il Coperto dei Figini esposto in una di quelle botteguccie, che i vecchi come me ricorderanno, un fermacarte rappresentante col più crudo verismo una porcheria, che a trovarla per la strada ci fa scansare rapidamente, e qualche anno dopo mi rallegravo del progresso civile che aveva fatto scomparire simili pervertimenti del gusto. Andai poi a Parigi e là, in pieno centro elegante, sull’angolo della via Coumartin, in un negozio all’insegna - Au bon rire gaulois - vidi ancora il medesimo scherzo (chiamiamolo così) che a Milano era scomparso da mezzo secolo.
Per chi ama riflettere sugli atteggiamenti spontanei del popolo è interessante questo sopravvivere di una tendenza, che sembrava sorpassata per sempre e sopravvivere nella città che fu detta il cervello del mondo. Il bon rire gaulois si vede che è rimasto vitalità tenace della razza, proprio a Parigi dove si trovano ancora la bettole Aux armes de Chartre come ai tempi del Re Sole. Di un altro re più moderno, un re di quel secolo decimottavo durante il quale la burla poco pulita dilagò dovunque, si ha questo aneddotto che