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Una giovinezza del secolo XIX 51

tare della tappezzeria nell’angolo l’uccello veniva a trovarsi dall’altra parte del cacciatore.

Qui dovrei forse fare punto fermo, cestinando un altro particolare che ai miei giovani anni mi scandalizzava assai. Ma penso che quei giovani anni, tanto io quanto i miei lettori, li abbiamo sorpassati e siamo ora d’opinione che qualsiasi documento, anche il più puerile e apparentemente insignificante, trova il suo posto negli usi e costumi di un secolo e in questa nostra vita dove tutto si concatena. Dirò dunque che, mentre il cacciatore se ne stava fisso al suo punto di mira, anche se il punto sfuggiva al tiro, un altro misterioso individuo soddisfaceva indisturbato sotto un albero i suoi più intimi bisogni. Sono scherzi che ai nostri giorni, col nostro gusto raffinato, non si potrebbero tollerare. Gli avi e bisavi invece ne ridevano, con quello spirito semplice e primitivo che i nati dopo la rivoluzione francese relegarono in fondo alla provincia. La burla che tenne tanto posto nelle cronache dei Comuni e delle piccole Corti italiane, la burla boccaccesca e rabelasiana, cadde a poco a poco dinanzi a una coltura più diffusa e ad una maggiore sensibilità di nervi ma un lungo strascico, spoglio della crudezza di quei tempi, rimase negli usi del Settecento fino agli