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42 Una giovinezza del secolo XIX

cina. Espressi il mio desiderio per un nastrino di velluto à le reine rosa e la vedo ancora partire col suo cabas in mano, la vedo ritornare traendo da esso il vellutino à la reine che mi aveva resa felice tutto il giorno nella aspettativa. Il cabas della zia Carolina, al pari della sua cuffietta da notte, sono nel mio pensiero indivisibili da lei stessa. Non usavano allora le borse di pelle. Quando a Milano, rientrando dalla scuola, vedevo sopra una sedia una specie di sacca ricamata, che presentava da una parte un cagnolino nero accovacciato sopra uno sgabello rosso e dall’altra su un trapunto di perline di vetro due grandi cifre C. M. con un contorno di fiori, spiccavo un salto per la gran gioia. Era il cabas della zia Carolina!

La liberté, ce seul besoin du sage! Non mi era noto allora questo verso, ma la verità che esso contiene fluttuava inconsciamente nel mio istinto di bimba solitaria e nel desiderio occulto di uscire di casa sola. Il mio soggiorno a Caravaggio soddisfaceva anche questo desiderio; lo consentiva l’uso del paese e la vicinanza delle mete che mi era permesso di raggiungere. Una fra queste era la mia nutrice alla quale volevo molto bene. Venivo accolta come una regina; si alzava subito, deponendo fuso e rocca, se stava