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32 | Una giovinezza del secolo XIX |
accanto alla sua camera da letto. Trotterellando dietro le sue sottane m'era dato di vedere talvolta, allo schiudersi di una magica porticina, montagne di lenzuola frammezzate da sacchetti di spigo, che odoravano tanto buono, coltroncini di seta damascata nelle tinte più vaghe, che mi facevano pensare ai divani delle sultane nella reggia di Haaron al Rachid ed alle vesti della bella Shecherazade che lucevano come il sole e come la luna....
Davvero, col mio pizzico di semi di popone in mano, evocavo i tesori delle Mille ed una notti che la zia Carolina mi aveva dato da leggere, e dove capivo, ed anche dove non capivo, mi piacevano immensamente. Altri due stanzini, dei quali la nonna teneva sempre le chiavi, servivano il suo istinto raccoglitore e conservatore e il medesimo istinto in me trasfuso per consanguineità vi trovò il suo primo sviluppo. Ogni forma antica mi attirava irresistibilmente; io amavo i cassettoni panciuti, gli scrigni dagli innumerevoli tiretti, le sedie fuori di moda. Perchè le amassi non appare ben chiaro in una bambina che ne ignorava affatto il pregio, ma io lo so bene il perchè, esso è tutto sentimentale. Sono ancora ignorante; non saprei distinguere un mobile del seicento da uno del