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10 | Una giovinezza del secolo XIX |
tentezza da giustificare l’opera e compensarla al di là di ogni speranza. Ricordo con particolare commozione la preghiera di una madre, la cui unica figlia consunta da mal sottile non trovava altro oblio de’ suoi dolori che nella corrispondenza del mio spirito, e la madre, troppo povera per acquistare i miei volumi, me li chiedeva come si chiede il pane. E un giovane, perfettamente sconosciuto, dopo aver letto Senio in una crisi particolare del suo cuore, mi scrisse ringraziandomi del bene che gli aveva fatto quella lettura salvandolo da un cattivo passo che stava per compiere.
Ora Senio è un romanzo mediocrissimo, del primo periodo della mia produzione, quando l’idea e la forma non si erano ancora concretate in sostanza d’arte, e la fanciulla che alleviava il suo male nella comunione col mio pensiero non era probabilmente un genio, ma ho scelto a bella posta questi due esempi fra i più umili, perché da essi si avvalora la mia tesi, che molta luce può venire alle anime quando un’anima si apre alle sue sorelle.
Ai nostri giorni è poco probabile avvenga ciò che si narra di una città della Tracia, la quale da corrottissima e abbietta come era tutta quanta si convertì per un verso di Euripide che cantava