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Una giovinezza del secolo XIX 257


corrispondenza di giovani donne la Milano ristretta di quei tempi...

E qui sospese; interrotta nel mesto conforto di riandare gli anni della giovinezza sul finire della vita, o da un più acuto spasimo del male che le annientava ogni energia, o dal sollevarsi della portiera (ricamata da lei con tralci fioriti) di contro al letto ove giaceva, per l’entrar di qualcuno, forse io stessa. Avrà allora deposta la matita, riuniti i fogli del manoscritto nella cartella rossa colla sola mano sinistra, e voleva fare da sè. Avrà pensato di riprendere in un altro momento buono in cui fosse stata sola; ma non venne più! Io l’avrò incitata a proseguire, desolata di turbare quel risveglio dei pensieri di giovinezza, poichè la sua voce era prossima a tacere per sempre. Ella voleva rivedere, riordinare poi questi cari ricordi che sbocciavano fra i suoi tormenti, quali fiori pietosi fra le spine dell’ultimo sentiero; ma non potè nemmeno rileggerli.

Diceva allorchè era interrotta: "Riprenderò" diceva pure: "Se farò in tempo a finire" e altre