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Una giovinezza del secolo XIX | 229 |
si possono fare almeno due versioni: una che serve per chi ha ragione e l’altra per chi ha torto. Avvenne per ciò che un bracciante, ribelle a qualsiasi persuasione di dovere, si fosse creato centro di un tale focolaio di discordia e di cattivo esempio da decidere mio fratello a licenziarlo. Il fatto in sè stesso non usciva dalle regole di una giusta disciplina, ma pare che l’operaio stesse meditando quella tale versione della giustizia a modo suo perchè qualcuno avvertì mio fratello di stare in guardia, avendo colui giurato la sua vendetta. "Dite a colui — rispose l’anima blanda del mio Stefano — che vado tutte le sere a trovare la mia fidanzata a *** e che ritorno a buio fitto per un dedalo di viuzze tortuose dove non penetra raggio neppure nelle notti di luna, e che non porto armi".
Il 18 febbraio 1881 fui svegliata da un telegramma di Stefano che mi annunciava essere la nostra zia Margherita agli estremi. La sapevo da qualche tempo indisposta, ma ero ben lungi dall’immaginare la gravità del male. Senza por tempo in mezzo corsi a prendere il primo treno per Genova. Era forse la peggiore giornata di quell’inverno; freddo intenso e neve a tutto scendere;