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Una giovinezza del secolo XIX | 209 |
d’estate, ed io in una traballante carrozzella accecata dal sole e dalla polvere della strada maestra. Avevo quattro volte quattro anni, buona vista e nessuna tara nel cervello, tuttavia un filo d’oro, volteggiando nell’aria, mi turbò improvvisamente. Una ninfa, una dea, forse, avevano nell’alba di quel giorno sciolte in quel posto le auree chiome ed un capello, conteso dagli zefiri, ondeggiava ancora da un albero all’altro, dall’uno all’altro cespuglio. Tutta presa dalla visione gentile, mi esaltavo poetando, senza più sentire la molestia del polverone e del caldo. Non pensai neanche per un attimo alla possibilità che un filo, strappato alla frusta del vetturino e indorato dal sole, avesse potuto creare il mirifico inganno.
Un libro che ebbe una grande influenza sul mio pensiero fu il Viaggio sentimentale di Lorenzo Sterne. Non avevo mai letto nulla di simile; mi parve quasi di trovarmi improvvisamente dinanzi a uno specchio che riflettesse una parte ignota di me. Come mai quel pastore evangelico conosceva così bene una piega riposta dell’anima mia celata a me stessa? Erano tutti i miei parenti quel viaggiatore, quel frate, quella dama della dèsobligence; avrei voluto non staccarmene mai; proseguire insieme ad essi il giro della terra; e