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174 Una giovinezza del secolo XIX


Non ci sarebbe che da regolare la vita un po’ troppo rinchiusa delle donna di una volta, col frenetico sgonnellare fuori di casa delle modernissime, per trovarsi nella giusta via di mezzo; ma purtroppo indietro non si torna. La vecchia borghesia saggia, economa, dalle abitudini semplici ha disertato i provinciali palazzi aviti, le pingui fattorie dove la vita era comoda e dolce; attratta dal miraggio delle grandi città, ruppe il contatto immediato colla terra, i rapporti giornalieri coi contadini e, giunta nei grandi centri dell’industria, si trovò in mezzo alla nuova borghesia dei rifatti privi di tradizione, di esempi, di memorie, frettolosi di distruggere fino il ricordo del loro passato, avidi di lusso e di gioia, intenti solo ad arricchire. I figli delle grandi rivoluzioni, coloro che avevano conservato intatto il patrimonio di secoli, si trovarono improvvisamente accerchiati e per forza delle cose travolti nel turbine della democrazia distruggitrice di tutto ciò che fu. Alcune famiglie resistono ancora, ma non sarà per molto tempo. Le donne si mostrano particolarmente accanite alla distruzione dei domestici lari, perchè non so chiamare in altro modo quella specie di orrore per la casa che le spinge nel cuore dell’inverno a prendere il treno per l’una o per l’altra città, per un paese, per