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154 Una giovinezza del secolo XIX


bugia avevo detta! Le fortunate vicende del cinquantanove, che liberarono Milano dalla dominazione austriaca, portarono sul palcoscenico del Fossati le rappresentazioni patriottiche e il direttore dell’orchestrina, un tipico vecchietto, che tra un atto e l’altro teneva a bada il pubblico coll’inno di Garibaldi era ben preparato a sentirselo chiedere tre, quattro, cinque volte. Appena taceva, dalla platea e dalle gallerie era un grido solo: L’Innoo! L’Innooo! Pareva il finimondo. Il vecchietto sorrideva e, dimenando il capo da destra a sinistra con un’aria di contentezza come se gli applausi fossero per lui, alzava la bacchetta del comando. Avendo narrato più su l’episodio di Monsignore a proposito della chiesa di S. Stefano non voglio tacere quest’altro relativo al teatro Fossati. Chiunque passa da corso Garibaldi può osservare sul portone del suddetto teatro una statua rappresentante l’eroe di Caprera sul punto di sfoderare una scimitarra sollevata in alto con gesto bellicoso; orbene, quel Garibaldi, comperato a prezzo d’occasione, teneva originariamente una spada; ma al momento di metterlo in opera i proprietari si accorsero che la spada non entrava nella nicchia del frontone. Che fare? Non era possibile privare un soldato della spada lascian-