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Una giovinezza del secolo XIX 153


tadini che avevano ceduto con slancio i propri stabili pur che il monumento religioso usufruisse della maggiore ampiezza, dovettero accontentarsi di sapere che le vendemmie prelatizie non sarebbero disturbate.

In Milano, oltre a lavori secondari per diverse case, mio padre eresse il teatro Fossati, ben diverso però dall’attuale che venne ampliato e modificato in seguito. Era un teatrino popolare, senza pretese architettoniche, con una vivace decorazione floreale ricorrente lungo i palchi e una abbondanza di tappi di gazose che andavano alle stelle. Fu inaugurato, mi pare, dalla compagnia Moro — Lin con Angelo, tiranno di Padova. Il teatro era gremito fino al soffitto. Grandi piene vi fece anche il Preda, l’ultimo dei Meneghini, e vi recitarono il Bellotti Bon, la Marini, la Celestina Paladini esordiente nelle parti di ingenua. Anche Tommaso Salvini fece una comparsa nei Masnadieri. Quella sera noi eravamo in un palco di proscenio e proprio lì venne a fermarsi il Salvini con una faccia truce e minacciosa. Come non bastasse, gli viene in mente di chiedermi a un palmo di distanza: "Ha paura lei di un colpo di pistola?" Mi affrettai ad accennare di no col capo, perchè di voce non ne avevo neppure un filo; ma che grossa