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Una giovinezza del secolo XIX 151


Non parmi esagerata l’applicazione a mio padre dei versi danteschi. Egli era veramente la torre incrollabile, la torre d’avorio significazione di ogni altezza. Tutti i parenti lo riconoscevano; alla sua morte si disse che anche gli avversari rendevano giustizia alla nobiltà della sua vita, alla saldezza de’ suoi principi. Tale saldezza appunto lo rendeva intransigente, poco atto a seguire le vie comuni che conducono alla fortuna. Gli ultimi anni gli furono forse amareggiati anche dalla ingiustizia della sorte la quale preferisce gli intriganti ossequiosi e pieghevoli, all’uomo onesto che non discende a patti servili. Il maggior lavoro di mio padre fu il disegno, scelto fra molti concorrenti, e la messa in opera della grande chiesa abaziale di Casalmaggiore dedicata a S. Stefano titolare della città. Eretto sull’area di una antichissima chiesa distrutta, ampliato per la generosa cessione di località limitrofe, il nuovo tempio si presenta isolato e imponente su tredici gradini di elevazione; un pronao ad archi introduce all’interno che ha forma di croce greca, decorato per ogni lato da un ordine di colonne corinzie. Somiglia un poco, fatte le debite proporzioni, alla chiesa di S. Alessandro in Milano; non ha, per esempio, di questa numerosi e ricchi affreschi, quantunque ne fosse fatto