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134 Una giovinezza del secolo XIX


donna e alla società portando il turbamento in migliaia e milioni di animuccie le quali si persuadono facilmente di innalzarsi meglio a sgonnellare negli Uffici pubblici, anzichè raccogliersi vigili e silenziose sopra una culla. Madamigella della Ramèe, nota per diversi racconti pubblicati sotto il pseudonimo di Ouida, chiese un giorno a un giovinotto, che le si protestava ardente ammiratore, se la ammirava come scrittrice o come donna. — Oh! come scrittrice! — disse lui convinto di farle la più gradita delle lodi. — Quanto avrei preferito — esclamò lei — essere ammirata come donna! — Sono perfettamente del parere di madamigella della Ramèe. E per mio conto soggiungo che se, nella ipotesi di un rinnovamento di vita, mi si promettesse la maggior gloria letteraria in cambio dell’amore, rinuncerei subito, essendo donna, al lauro di Dante, ma non a un sospiro di Beatrice.

Incominciando a scrivere questi ricordi della mia giovinezza ero molto preoccupata dalla necessità di dire quanto le mie zie fraterne l’abbiano resa triste e quanto al confronto dei nonni e delle zie materne, tutti così buoni con me. Ma accanto a questa necessità di fatto si ergeva pure dalla mia coscienza il dovere imprescindibile di difenderle contro i fatti stessi; esempio singolare