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98 Una giovinezza del secolo XIX

mi è antipatica, la odio". Queste parole mi fischiarono nell’orecchio come una scudisciata, poi non udii altro. Ovvero, si, ella ne pronunciò ancora una così orribile che non ressi più e mi allontanai soffocando in un lungo singhiozzo un gruppo di lagrime troppo amare per sciogliersi in pianto. Ecco dunque la risposta ai miei angosciosi perchè, alle accuse, ai sospetti, alle ripulse: perchè mi odiava. Lo aveva detto lei stessa uscendo dal suo mutismo: non era possibile dubitarne. Ora, qualunque cosa facessi o dicessi, sapevo che mi odiava. Questa persona, che viveva presso a me, sangue del sangue di mio padre, chiamata a proteggermi, a guidarmi, a volermi bene, questa persona mi odiava.

Venuta in possesso di sì crudele verità sentivo però che non era tutto il vero. Un’altra domanda urgeva alle porte oramai violate della mia ingenua fede: "Perchè mi odiava?". Ma l’ingenuità mia era ancora troppo salda, troppo resistente, per potermi dare una risposta chiara e decisiva. Dovevo vivere tutta la mia vita, la vita di osservazione e di esperienza, di teneri sogni e di brutali risvegli, che ognuno di noi vive, prima di afferrare la verità tutta intera. Comprendere è perdonare, si dice, e quante cose, che ci fanno