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82 Una giovinezza del secolo XIX

discese dalla vettura dell’albergo ci gettammo nelle braccia l’una dell’altra prima ancora di guardarci in viso... Il piacere di tale visita si duplicò quando poche settimane dopo andai a renderle la visita; un viaggio di sei ore durante il quale ebbi campo di ammirare la ridente bellezza delle valli trentine, la severa maestà delle sue montagne. Due giorni passai in quel piccolo paese sperduto in fondo a una valle, per sei mesi dell’anno sepolto sotto le nevi; ma allora era di primavera, la casa graziosa e confortevole, l’ospitalità perfetta, il giardino pieno di fiori con un salice piangente che si chinava sovr’essi, forse per consolarli di crescere in un suolo calpestato dallo straniero. Poche sere prima a Trento, in una famiglia di fervidi patrioti, circondata dai cuori più ardenti, mentre nel silenzio della via un soldato austriaco passava sotto le finestre, avevo letto il capitolo VI del Rogo d’amore (ancora inedito) dove Ariele esala il suo spasimo e i suoi sogni di irredento; alla mensa dei miei amici, recitai i versi della canzone di d’Annunzio sequestrati dalla censura e i volti erano pallidi e mute le labbra. Sì, io ebbi questa gioia di far ascoltare la voce della Patria sulla terra ancora schiava, alle anime che non speravano più. Prima di partire la mia amica