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— Dici da senno?
— Del mio migliore.
— Il mondo, vedi, incomincia a mormorare; si accorge che tu trascuri tua moglie, che non adempi i tuoi doveri di buon marito, che... che... insomma, non so se mi spiego.
— Pochissimo, per non dire niente affatto.
Il signor Prospero che si credeva a buon porto, dovette ricominciare:
— Anzi tutto questo tuo vagabondare da Erode a Pilato...
— Primo errore. Erode e Pilato c’entrano ne’ miei viaggi meno ancora che nel credo. Io sono andato a Baden per motivi di salute, e a Parigi per gettare le basi della mia futura carriera.
— La tua futura carriera?
— Sì — voglio fare il diplomatico. I destini dell’Italia sono strettamente collegati a quelli della Francia; sorelle d’origine, di storia, di culto, emule nella gloria, compagne nelle sventure, queste due nazioni hanno bisogno di un genio che le riunisca in un medesimo intendimento di fini — nel lavoro concorde e unissono verso il medesimo scopo, senza scissure di partiti, senza odio di caste, senza amor proprii esclusivi. Noi abbiamo, è vero, ottimi diplomatici; ma l’accordo delle due potenze non ha ancora raggiunto quella base so-