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IV.
Una camera a secondo piano, in fondo al corritojo numero 20, con due finestre sulla piazzetta — il lettore può verificarla quando vuole — fu assegnata ai giovani sposi.
Quella camera era tutt’altro che bella.
Un tappeto logoro copriva il pavimento; due letti separati da tutta la larghezza possibile, cinti dal zanzariere, alla veneziana — specie di baracca goffa e priva di eleganza, con tende di mussolina operata. Presso a una delle finestre un piccolo divano pesto e ripesto, sul quale Giulietta depose esitante il suo scialle.
Chiunque abbia viaggiato un poco, sa che i mobili d’albergo sono mobili diversi da tutti gli altri — mobili impossibili e inservibili. Tiretti che non si possono aprire e che una volta aperti non si rinchiudono più; chiavi che non girano nella toppa; tavolette incomode; tavolini che zoppicano — hanno tutti i piedi