Pagina:Neera - Un romanzo, Brigola, Milano, 1877.djvu/244


— 242 —


— Dove sono restata?

— Ancora alla chiave.

— L’importante era di sapere che cosa apriva; tutti i suoi tiretti li conosco, e non mi ero mai accorta che la sua scrivania avesse ripostigli nascosti. Basta. Scelsi un’ora ch’egli trovavasi in Tribunale, e mi chiusi nella sua camera. Rovistai tutto, ma sconfortata stavo per rinunciare all’impresa, quando....

Giulia avvicinò la sedia.

— Sotto lo sfondo di un cassettone, in un angolo, vidi una scatoletta di legno intarsiato, chiusa, leggera e che sembrava affatto vuota.

— Dunque, nessun segreto?

— Aspetta.

Giulia rattenne il fiato. La signora Chiara, pratica dei romanzi interessanti, sapeva tener sospesa l’attenzione, e si investiva dell’altezza della sua parte.

— Quantunque la scatoletta sembrasse vuota, io non volli lasciarla senza aver tentato la prova della chiave.

— E così?

— La chiave entrò trionfalmente nella toppa.

— L’hai aperta?

— L’ho aperta.

— E contiene?

— Indovina.

— Delle lettere?