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— Dove sono restata?
— Ancora alla chiave.
— L’importante era di sapere che cosa apriva; tutti i suoi tiretti li conosco, e non mi ero mai accorta che la sua scrivania avesse ripostigli nascosti. Basta. Scelsi un’ora ch’egli trovavasi in Tribunale, e mi chiusi nella sua camera. Rovistai tutto, ma sconfortata stavo per rinunciare all’impresa, quando....
Giulia avvicinò la sedia.
— Sotto lo sfondo di un cassettone, in un angolo, vidi una scatoletta di legno intarsiato, chiusa, leggera e che sembrava affatto vuota.
— Dunque, nessun segreto?
— Aspetta.
Giulia rattenne il fiato. La signora Chiara, pratica dei romanzi interessanti, sapeva tener sospesa l’attenzione, e si investiva dell’altezza della sua parte.
— Quantunque la scatoletta sembrasse vuota, io non volli lasciarla senza aver tentato la prova della chiave.
— E così?
— La chiave entrò trionfalmente nella toppa.
— L’hai aperta?
— L’ho aperta.
— E contiene?
— Indovina.
— Delle lettere?