Pagina:Neera - Un romanzo, Brigola, Milano, 1877.djvu/237


— 235 —


potersi sfogare — frattanto il caso, che regola da tanti secoli questo vecchio mondo, le preparò un altro soggetto di ansie e di timori.

Nel ritornare in sala, proprio al posto dove Pompeo era caduto ella vide in terra, sul tappeto, una piccola chiave frastagliata, di forma bizzarra a lei perfettamente ignota.

Senza alcun dubbio quella chiave era uscita dalle tasche di Pompeo; ma la signora Chiara si piccava di conoscere tutte le chiavi di suo fratello — e poteva crederselo in buona fede, poichè aveva la costante abitudine di frugare nei di lui tiretti.

Cos’era dunque quella chiave? di quali interessanti misteri era guardiana? e perchè Pompeo la teneva nascosta? Essa forse racchiudeva l’enigma de’ suoi cupi silenzi, della sua vita malinconica. La signora Chiara che da due anni ne cercava la soluzione, credette a un intervento della provvidenza e invece di restituire la chiave se la celò guardinga fra l’abito e il busto.

Giulia, cui la servetta aveva raccontato lo svenimento del padrone, accorse tutta turbata, ma si calmò vedendo la sua amica tranquilla — e diffatti, pel momento, la signora Chiara pensava più al segreto di suo fratello che al suo deliquio.

— Come è stata? domandò Giulia.

— Lo so io! — leggeva il giornale....