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La contessa lo guardò dall’alto al basso e rispose, spiccando le sillabe con affettazione:

— Vi sono dei mezzi termini che un uomo di spirito dovrebbe capire a volo, se voi non capite....

— Sono uno sciocco — grazie! Ma qualunque sia l’opinione che posso darvi del mio spirito, vi confesso che non mi ci raccapezzo. Qual’è la mia colpa ai vostri occhi? Forse perchè mi assentai tre giorni senza avvertirvi?

Réa scosse il capo negativamente — mentre un sorriso di compassione sdegnoso le correva tra labbro e labbro.

— Dunque?

— Ma chi vi ha detto che siete colpevole?

— E s’io non sono, chi lo è fra noi due?

La voce tremava nelle fauci del povero giovane; ella rispose tranquillamente.

— Io forse.

— Ah! dunque è vero?... e devo udirlo dalla vostra bocca? Réa, non mi amate più?

Ella tacque.

Roberto, fuori di sè, le si fece accanto così che il suo alito ardente le sfiorava il volto, e stringendole una mano con disperata violenza:

— Non lo credo — no, è impossibile. Volete tormentarmi. Mi amate, mi amate, dite che mi amate!