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sentava ancora una cifra ragionevole, e medicandolo con una buona dote si sarebbe rimediato a tutto.

Prospero ne parlò all’amico — l'amico pose innanzi la pupilla — l’affare in complesso si presentava assai bene, e i due vecchi intravidero finalmente la prospettiva di giorni tranquilli fra la scatola da tabacco e lo scacchiere.

Olimpio — il nipote — accolse la proposta più facilmente di quello che avesse sperato il signor Prospero.

— E perchè no? aveva detto dondolando la sedia e guardando fuori dalla finestra sulla via, ove una sartorella passava in quel momento.

— Sei disposto a fare giudizio?

— Dovreste sapere, caro zio, che la disposizione è una facoltà passiva, direi meglio oggettiva, indipendente dalla facoltà attiva e soggettiva che chiamasi volontà. Si nasce colla disposizione — talvolta è spiegata, tal’altra trovasi nel nostro cervello allo stato latente e indefinito.

L’indefinito, capisci bene, nessuno può spiegarlo — si chiama indefinito per ciò.

— Dunque? fece lo zio, che aveva capito poco.

— Dunque, la disposizione io la classificherei....

— Ma non trattasi di classificarla; dimmi soltanto se l’hai.