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II.

All’indomani era una bella mattina di marzo — limpida e fredda.

In un salottino al secondo piano, la sposa — ancor fanciulla — scaldava i suoi piccoli piedi eleganti sugli alari del caminetto, e volgendo tratto tratto lo sguardò impaziente alla porta e consultando l’orologio nuovo che le pendeva dal collo sostenuto da una grossa catena, sembrava agitata da vaghi timori.

— Che non venisse? mormorò alfine.

— È possibile! rispose un vecchietto che nell’angolo del salottino si affaccendava a preparare lo zuccaro nelle tazze da caffè.

— Se fosse ammalato?

— Jeri sera stava benissimo.

— Se.... — la fanciulla non compì la frase, ma come non potesse più resistere all’impazienza balzò in piedi e sollevando le pesanti tende di damasco che coprivano