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Giulia restò più che mai sola.

Era la fine di gennaio, spirava un vento rigido e la neve circondava come gelido deserto la vecchia casa spopolata.

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Che cosa aveva fatto Roberto dal giorno in cui lo abbiamo lasciato alla ricerca del coupé azzurro?

Il povero giovane visse non so quanti giorni come un pazzo. Le nature appassionate come la sua — poche fortunatamente — comprenderanno quell’orgasmo di un primo amore, ardente, irresistibile, nato da uno sguardo — meno ancora, da una fuggevole apparizione, quasi una larva — amore ideale, amore esaltato, amore da artista e da poeta!

Era un sogno — che importa? Egli vi metteva tutta l’anima — non è qui il caso di discutere se avesse ragione.

Quel misterioso coupé egli lo cercò dovunque — nelle vie più frequentate e nelle piazze solitarie — davanti alle porte dei teatri — davanti ai magazzini di mode — sempre, con costanza infaticabile.

Un giorno era stato chiamato in tutta fretta al capezzale di un ricchissimo moribondo cui la dolente famiglia voleva ritrarre l’espressione degli estremi momenti. Roberto era povero e quell’occasione forse unica in tutta la sua carriera, gli apriva liete prospettive per