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al suo cuore — a meno che una speciale disposizioni non le permetta di vedere al di là della scorza umana il meccanismo che la fa palpitare — nè questo era il caso della giovane paesana.

Olimpio incalzò.

— Io non ti chiedo nulla che tu non mi possa dare come a un fratello — e se ti accarezzo questi bei capelli lucenti, queste guancie vellutate come una pesca matura, questo tuo collo rotondo — Marietta che male c’è?

La ragazza, cui bolliva nel sangue l’ardore dei diciott’anni, si difendeva poco — solo gettava sguardi furtivi verso il camino dove suo padre continuava a dormire.

Olimpio le si fece ancor più dappresso:

— Stella mia, non mi vorrai concedere un bacio?

Un piccolo grido soffocato provò che Olimpio aveva anticipato il permesso.

L’oste si scosse e Marietta, rinvenuta dal voluttuoso turbamento che la trascinava nelle braccia d’Olimpio, si alzò.

— Hai sonno? — le disse il padre. Va, va a letto, figlia mia. — La gioventù deve riposare.

— Andate a letto entrambi — replicò Olimpio alzandosi egli pure e giudicando che per quella sera la cosa era abbastanza innoltrata. — Io vi do l’esempio.