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— Al contrario. I signori si vantano di una mano piccola e bianca; non siamo che noi contadini...
L’osservazione malinconica della figlia dell’oste venne interrotta dalla sua amica:
— Dio! che brillante sul dito — sembra una stella. In verità, questo forestiero mi ha l’aria di un principe; lo conosci tu?
— È già venuto qualche volta da noi, ma io non gli ho mai parlato. Credo sia un signore di Milano che ha comperato fondi quaggiù.
Una bara carica di grano entrava cigolando dal portone dell’osteria. L’oste, che saliva in quel punto col mezzo litro d’Olimpio, la vide, e chiamando la figlia:
— Porta il vino a quel signore; io do una mano ai cavalli.
La ragazza diventò rossa come una melagrana. Istintivamente lisciò con una mano i capelli, coll’altra prese il fiasco, e s’avviò senza dir parola.
L’amica, che aveva già squadrato Olimpio dalla testa fino ai piedi, si affrettò a correre in paese per divulgarne i dettagli nel piccolo crocchio pettegolo delle sue compagne.
Dicono che le donne si accorgono subito dell’impressione favorevole che producono i loro vezzi; eh! ma andate là che gli uomini non si ingannano.
Olimpio guardava sorridendo quella fanciulla, che