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mattina, fu sul punto di stracciare in due l’atto di cessione.
Perchè? — Ma!!...
Due mesi erano trascorsi e l’umore del giovane non sembrava punto cambiato; al contrario, sempre scuro, taciturno, a capo basso, tormentando i baffi e gli stuzzicadenti, quasi avesse una rabbia interna e volesse sfogarla su incruenti vittime.
— Pompeo! — fece a un tratto la signora Chiara rovesciandosi sul dorsale della’poltrona e gettando sulla mensa il tovagliolo senza ripiegarlo — cosa rarissima, che Marietta, la serva, non mancò di notare — Pompeo, suvvia, sta allegro. La gioventù, vedi, non capita che una volta, e dobbiamo goderla intanto che c’è, altrimenti ppff.... è un fumo e vola via. Io lo so pur troppo!
Nessuna risposta.
— Tu hai bisogno di distrazioni — continuò la signora Chiara — hai bisogno di stórdirti e di pensare ad altre cose che non sieno quelle che ti frullano adesso per il cervello. Vuoi sapere dove sono stata questa sera e perchè arrivai tardi ài pranzo?
Pompeo fece un cenno compiacente del capo.
— Ecco, sono stata a vedere il matrimonio della nostra vicina — sai bene, la fanciulla pallida del secondo piano. Ma che lusso! Sei carrozze, la chiesa pa-