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volle subito stringere conoscenza coi polli e coi tacchini.

Il cittadino che va in campagna si sente invasato dal bisogno d’aria e di moto. Ella osservava tutto, il fieno e le anitre, la stalla e il granajo. Attraversando i prati umidi sollevava con precauzione il suo vestito d’alpagas e posava diffidente sul terreno molle il suo stivaletto ricamato.

Sulle prime aveva dei ribrezzi estetici per il fango e per le pozzanghere; aveva delle paure infantili per le giovenche che scorazzavano sui sentieri.

Ma a poco a poco si abituò e vi prese gusto.

Quei sentieri si assomigliavano tutti. Lungo i ruscelli che li costeggiavano, i tronchi dei pioppi ritti e allineati somigliavano una lunga schiera di fantaccini in un giorno di rivista.

Io amo il pioppo, che si innalza superbo scuotendo al vento la vaporosa chioma; lo amo quando ondeggia mollemente in una calda giornata di luglio, e che il sole accarezzando le sue estreme foglie, le tinge di un verde pallido ed argentato; lo amo quando fischia sibillando in una cupa notte d’autunno agitando come un fantasma le sue braccia bizzarre sul suo tronco immobile.

I bianchi salici, sempre accasciati anche quando non piangono, immagine perpetua di un dolore incompreso,