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chiuse gli occhi. Fu un istante solo — ma quando li riaperse, il coupé, mollemente ondeggiante, piegava l’angolo della via.
Un gemito, una specie di rantolo uscì dalle labbra di Roberto.
Si guardò attorno, si toccò per accertarsi di essere sveglio — il fulmine guizzando sul suo capo non lo avrebbe atterrito maggiormente, nè maggiormente abbagliato.
Amore, come Giove, veste più spesso sembianze umane; ma quando appare nella sua potente divinità, accieca.
Roberto, ebbro, si pose a correre per inseguire la sua visione sfuggita.
Un vigile, arrestandolo urbanamente per chiedergli il motivo di quella fuga, lo fece ritornare in sè.
Vagabondò forsennato per le vie di Milano cercando quel piccolo coupé azzurro; lo avrebbe riconosciuto in mezzo a cento; egli sentiva un trasporto di artista per quel grazioso coupé così lucido, così nuovo, pieno di civetteria e di baldanza — scrigno di raso e di cristallo che conteneva le due più fulgide gemme ch’egli avesse mai vedute.
Era bella quella donna?
Roberto non lo sapeva, perchè nella penombra azzurra di quel cantuccio aveva intravisto appena appena