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Sulle rive della Sonna. | 87 |
giano i focolari antichi, dove i padroni d’una volta non sdegnavano di sedere insieme ai servitori.
Quella mattina d’aprile non era così calda da rendere penoso il fuoco; anzi Editta vi accostò dolcemente i piedini.
— Ha freddo? — domandò premurosa Margii.
— Ieri mi sono bagnata un poco... (terza bugia), e credo che l’umido mi sia rimasto nelle ossa.
— Ah! può dire di essere stata fortunata. Se non capitava il signor Giovanni!... Badi, si brucia le scarpe.
Sarà; ma assicuratevi, Lettrici, che bruciava maggiormente una parola sulle labbra di Editta. Ella voleva chiedere: Chi è il signor Giovanni? — eppure l’orgoglio, la ritrosia, un senso indomito e selvaggio le ricacciarono in gola quella parola.
Margii lasciò cadere il coperchio sulla cuccuma avendo cura di tenerlo sollevato con un fuscellino — il perchè non si sa — e soggiunse:
— Il signor Giovanni è la provvidenza della valle.. Zucchero niente?
— No.
Ella avrebbe voluto dire: In qual modo è la provvidenza della valle? — ma non lo disse; e mandò giù il caffè bollente.