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Sulle rive della Sonna. 81

del crepuscolo, e il silenzio vi era più solenne che mai.

Editta accumulò le pietre e volle arrischiarsi; ma al primo passo l’acqua le salì fin sopra la caviglia, strappandole un grido di sgomento e di dispetto.

A quel grido rispose un rumore. Non l’eco della sua voce: era uno strepito di passi dietro i noccioli del sentiero.

La fanciulla si rivolse rapidamente, e vide scendere un uomo dalla collina. Aveva poco su poco giù, l’aspetto di un campagnolo; del resto, in quel momento Editta non poteva disporre liberamente de’ suoi occhi e della sua attenzione; quell’uomo rappresentava un aiuto, ed ella non cercò più in là.

Più tardi confessò ella stessa che, a farglielo giurare sulla sua vita, non avrebbe potuto dare un solo connotato, tanto le premeva poco di guardarlo.

Lo sconosciuto comprese l’imbarazzo della povera signorina, e francamente avvicinandola le offerse più col gesto che colle parole di trasportarla dall’altra parte. Anche Editta comprese più il gesto che le parole. Le parve naturale che un uomo avvezzo a quei piccoli incidenti della vita