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80 Parte seconda.

della sua fierezza; chi sa, sarebbe forse arrivata ad accarezzare colla sua manina sdegnosa il bimbo della mugnaia — ma il mulino era chiuso.

La famigliuola, approfittando che l’indomani era domenica, s’era portata ad un vicino paese, dove alcuni parenti banchettavano per nozze. Editta si trovò dunque sola davanti al torrente che gorgogliava tranquillo in mezzo ai sassi. Non ebbe paura — nel senso più assoluto di questa parola — ma certamente fu un po’ inquieta.

Che fare? L’acqua non era alta, verissimo, ma bisognava per lo meno essere inseguiti o avere il fuoco alle spalle per decidersi a traversarla a guado. Se fosse stato pieno giorno, si sarebbe tolta l’impresa di discendere fino a Cisano per risalire poi dall’altra parte; ma l’ora era tarda; Rachele doveva aspettarla senza dubbio, e il signor Bruno che cosa avrebbe pensato?

Editta si pose a correre di qua e di là, cercando un passaggio o un’idea. Provò a gettare nell’acqua alcune pietre coll’intenzione di passarvi sopra, ma le pietre piccole si affondavano e quelle grosse ella non poteva smuoverle.

Ogni istante che passava rendeva la situazione peggiore. Già il sole era scomparso dietro i monti; la piccola valle si chiudeva nelle ombre