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72 | Parte seconda. |
Rachele viveva a suo talento, senza regola e senza norma; pareva che la tosse fosse un po’ assopita, essa giurava di non esser mai stata tanto bene. Bruno diceva:
— La gioventù è come le piante; non ho io forse in giardino quell’alberello di mele che temevo di veder morire da un momento all’altro? Tutto l’inverno è stato vizzo e male andato; chi gli avrebbe offerto un baiocco? Ed ecco già che ai primi soffii della primavera rinasce e si rafforza di una vita novella.
Il pover’uomo avrebbe dovuto soggiungere:
Sì, la gioventù è come le piante: finchè una goccia d’umore fecondo circola nelle radici, la primavera compie il miracolo; ma quando quella goccia manca, soffiano invano le tiepide aure!
Marzo era passato co’ suoi venti impetuosi spazzando la cima delle alpi e portando giù nelle valli il profumo delle prime viole. Le colline perdevano le tinte brulle e nebbiose per vestirsi di tenero muschio: fra l’erbetta nascente brulicavano colle alucce di velo i moscerini, e dalle praterie lombarde, dove avevano svernato, salivano ai monti le mandrie giulive, facendo tintinnire i sonagli cui accompagnava il canto lento dei pastori.