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58 Parte seconda

derni, e ad onta di queste incastonature l’aspetto generale è vetusto, cresciuto dal silenzio e dalla solitudine che regnano da un capo all’altro.

Certi balconcini di legno, neri, traforati, sporgenti dal sasso, come da un torrione antico, hanno un’espressione medioevale.

Nessuna castellana tuttavia appare su quei balconcini — appena qualche vecchia grinzosa distende i pannilini al sole, o qualche rustica vergine dalle mani incallite annaffia il fido garofano.

Fuori del paese corre in su una bella via ridente e giovane, saltando burroni e vallicelle, perdendosi sotto il frascame delle robinie e dei biancospini — e se voi, o lettore di quindici anni, vi trovaste in una blanda sera di maggio su quella via, al lume della luna, e se una mano cara stringesse la vostra e tutto intorno dai monti e dai boschi, dal cielo e dai prati vi salissero al capo i profumi inebbrianti della gioventù e dell’amore, o felice fanciullo, che potreste desiderare ancora?

Paralleli al paese, da una parte e dall’altra, s’affondano nel verde di due gole ristrette due torrentelli che, nati nella Val d’Imagna coi nomi fraterni di Sonno e di Sonna, scorrono «in vicinanza coraggiosa e monda» oltre il paese, fino