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La famiglia Spiccorlai. 53


— Rosa, sorveglia quei ragazzi...

La Rosa furibonda irruppe nella camera di Editta e quante imprecazioni assurde e triviali le vennero sulla bocca le disse tutte.

La fanciulla pallida e fremente l’ascoltava colla fronte alta. Era appoggiata alla sponda del letto e vi si aggrappava così disperatamente colle mani che rimase sul legno l’impronta delle sue unghie.

Amarilli assisteva angosciata a questa scena: ella comprese subito che tutto era finito, che Editta non sarebbe rimasta un giorno di più.

Difatti, con una vivacità febbrile, la fanciulla riunì le sue poche robe, sempre muta — guai se avesse parlato! — le balenava negli occhi tutto il sangue degli Spiccorlai. Due lagrime intanto cadevano lente lente sulle guancie della zitellona. Svaniva il suo raggio di sole, la sua speranza d’affetto, l’ultimo suo sogno!

Editta l’abbracciò teneramente; le disse di non temere per lei che già aveva un progetto, promise di darle sue notizie, di amarla sempre e forse... Mormorò una dolce promessa; sulle labbra della zitellona comparve un sorriso, ma le lagrime lo vinsero, e mentre Editta fuggiva correndo giù dall’orrida scala, Amarilli rimase