Pagina:Neera - Un nido, Milano, Galli, 1889.djvu/55


La famiglia Spiccorlai. 47


Soltanto la sera lasciava libero sfogo al suo dolore, chiusa nella stanza con Amarilli: anche quella era una povera esiliata, un’anima tolta alla sua missione di luce e d’amore, una stella creata per il cielo e caduta nel fango. Si parlavano in lunghe confidenze, si indovinavano, ed i vincoli di un tenace affetto legava sempre più i loro cuori.

Se non c’era Amarilli, a costo di mendicare per le vie, l’orfana non sarebbe rimasta un solo istante.

Le vessazioni della Rosa erano già incominciate più acerbe, più violenti di quelle che l’astiosa bellezza quarantenne avesse mai rivolte contro Amarilli; a mille doppi più acerbe perchè Editta era giovane, perchè Editta era bella, perchè, mentre l’umile zitellona si piegava compiacente alla bufera, la fanciulla orgogliosissima la sfidava dall’alto della sua superiorità.

Erano lotte sorde, terribili, nelle quali la fierezza di Editta schiaffeggiava l’impudente ignoranza della donna volgare e a volte ne restava sopraffatta.

— Oh Amarilli come si può vivere qui? — esclamava spesso.

E Amarilli rispondeva pacata: