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28 Parte prima.


Non parlava. Che cosa avrebbe detto? Egli non era una sciocca femminetta da sfogarsi in contumelie; la sua freccia l’aveva lanciata, e meglio che tutte le parole lavorava quell’uncino nel petto della sua cara metà. Più ella gridava, più egli si divertiva; faceva come il gatto che sta cheto e gode vedendo il topolino dibattersi fra le sue zampe.

— Vecchio rimbambito! — urlava la Rosa.

Ed egli zitto. Pensava: le deve dispiacere molto la nipotina se si perita a chiamarmi vecchio rimbambito, con rischio e pericolo di non vedere per questi trenta giorni la mesata.

— Vecchio pazzo!

Ed egli zitto. Osservava che le vene del collo si gonfiavano enormemente alla sua dolce sposa, che era molto brutta nella collera e che alla lunga alla lunga non poteva nascondere per un pezzo i suoi quarantaquattro anni suonati.

— No, non la voglio questa nipote, questa avventuriera, questa strega. Lo dico chiaro e tondo: o via lei o via io.

In quel mentre dalla porta socchiusa, entrava serena e radiante la zitellona.

Carlo Spiccorlai, puntellandosi sui bracciuoli della sedia e rizzando sui gomiti la sua strana