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La famiglia Spiccorlai 25

ceva tutto in casa sotto l’occhio inquisitoriale della cognata, non ardì accettare.

Ora il caso era disperato. Pensò che facendosi anticipare pochi soldi avrebbe comprato il francobollo e forse ne avanzava per provvedersi una candela e lavorare di notte.

La moglie del birraio acconsentì compiangendo in cuor suo la povera zitellona, che tutta rossa dal piacere uscì ad impostare quella lettera che le costava tanto.

Ella amava già Editta, l’orfana sconosciuta, e questo amore la occupava deliziosamente; aveva tanto bisogno di espandere in un seno amico la piena dei suoi affetti contenuti, che volava incontro alla speranza di trovare finalmente un essere capace di amarla, un essere debole da proteggere.

— Editta! Editta! — mormorava nel salire ansante la buia scala — chiunque tu sia, o sventurata fanciulla, che devi entrare in questa casa, avrai in me una madre!

Ed ora sì il vermiglio della più calda emozione imporporava le guancie emaciate della zitella. Madre!... Questa parola santissima aveva risvegliato un mondo spento nel turbinìo delle sue illusioni. Dovette appoggiarsi al muro. Un