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22 | Parte prima |
dolente e dimenticava quasi che Carlo le aveva detto: Scrivi, venga — una intera perorazione.
Quando se ne sovvenne, si sovvenne pure che in tutta la casa non avrebbe trovato un foglio di carta, e lo fece osservare timidamente al fratello.
— Denari! sempre denari! Voltati di là.
— Dove?
— Di là verso il muro; non guardarmi.
Amarilli si volse. C’era sul muro un ragno dalle lunghe gambe acrobatiche che correva, correva su verso il soffitto. Amarilli guardò quel ragno e sentì nel medesimo tempo un rumore secco, stridente.
— Non voltarti! — gridò il vecchio.
Passarono cinque minuti. Il ragno ridiscese dondolandosi a un lungo filo argenteo. Amarilli pensava ch’esso era molto felice, perchè il filo incominciato sulle travi cadenti di quell’antro poteva finire dentro un cespuglio profumato di glicine o di caprifoglio. Pensava alla povera Editta e a sè stessa, e sospirava.
— Ora voltati; ecco l’occorrente.
Un pezzo irregolare di una vecchia carta giallastra, un po’ bucherellata, un po’ sucida, giaceva sulla scacchiera. Donde era uscita? Nel ta-