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Confidenze. 165

Leonardo Guerra all’ideale con una grazia, con un sentimento di cui il povero giovane parve oltremodo commosso. L’ascoltava in estasi, ed ella, che se ne accorgeva, sentiva rinascere e divampare tutti i suoi istinti di Saffo.

Fu una sera memorabile. Anche il taciturno Bruno se ne accorse, lo disse piano ad Amarilli, abbassandosi verso di lei per attizzare il fuoco; la zitellona arrossì rispondendo:

— Sono giovani!...

E mille pensieri color di rosa soffocati da tanto tempo in fondo al cuore le tornarono per un istante a folleggiare davanti, sì che la calza cadde dalle sue mani oziose e Bruno la raccolse. Ma la voglia di lavorare le era scappata; il fuoco le scottava le guancie, una inquietudine singolare le faceva battere i piedi sulla lastra d’ottone del caminetto. — Si alzò, e andò fuori un poco a trovare Margii.

Bruno rimasto solo davanti la poltrona vuota di Amarilli, udendo dietro le spalle il sommesso cicalìo dei due amanti, pensò che quando sarebbero maritati la casa diventerebbe un deserto; rivide la sua povera figlia agonizzante sul letto e gli prese una tale malinconia che avrebbe pianto volentieri. Levò un ferro dalla calza di Amarilli