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158 Parte quarta.


Oh le belle sere d’inverno!

La fiamma del caminetto luccicava, danzava, pareva che ridesse e che cantasse lambendo gli alari affumicati e lanciandosi su in gaie faville verso la cappa nera. Aveva degli scoppiettii pieni di malizia benigna; aveva dei guizzi che somigliavano a baci e carezze. Più tardi le bragie si crogiuolavano, russando in mezzo alla cenere tiepida e le monachine correvano sui tizzoni semispenti, augurandosi reciprocamente la buona notte.

Amarilli e il signor Bruno se lo godevano tutto il focolare, come due castellani antichi seduti ai due angoli, beatamente tranquilli.

Un po’ più lontano, in quella discreta penombra tanto cara agli amanti, Giovanni stringeva la mano di Editta parlando poco e guardandosi molto, come è costume dell’amore nelle sue prime fasi.

Editta cercava di leggere dentro le pupille del suo fidanzato che un leggier velo adombrava qualche volta, come se un pensiero nascosto vi si agitasse. Lo interrogava, ed egli sorrideva; si