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Confidenze. 157

due tombe, e, raccolta la modesta eredità, per lei vistosa poichè le permetteva di bastare a sè stessa, ritornò alla dolce valle, lieta di recare una dote improvvisa alla nipote, e meravigliata che la sua vita trascorsa tanto miseramente le serbasse per la fine sì placidi giorni.

La timonella di Bortolo ebbe anche questa volta l’incarico di andare a prenderla alla stazione, ed ella, discendendo davanti alla casa del signor Bruno, era tutta commossa. La buona Margii, nel riceverla festosamente, potè osservare che il vestito d’orleans era vantaggiosamente sostituito da un tibet nuovo tutta lana, e le parve perfino che la creatura, messa un po’ all’onor del mondo, fosse ringiovanita di parecchi anni.

Bruno, per solito non molto espansivo, le strinse la mano con energia:

— Finalmente! Non avevo più nessuno per discorrere di lei; sa che sono già due mesi che, è morta?...

Amarilli non disse nulla, ma tirò fuori da una cassetta una bella corona di semprevivi ornata di nastri bruni, e gli fece leggere su quei nastri: A Rachele.

Il povero padre restò colpito; non dubitò più che Amarilli fosse un’anima d’angelo in un corpo di donna.