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Amore. 151

gustava la voluttà di aver vinto un nemico degno di lui.

— Ho compiuto questo pellegrinaggio d’amore — continuò Editta esaltandosi — per castigate il mio orgoglio con un atto che il mondo non approverebbe, che la società segnerebbe col marchio del suo disprezzo; ma ho fatto il mio dovere con me stessa; mi sono rialzata agli occhi di colui che amo, per meritare il suo perdono e la sua fiducia...

— E la sua tenerezza per sempre, o Editta, mia amata e temuta Editta! — rispose Giovanni sorridendo, felice di una dolce e profonda ebbrezza.

Colsero due oleandri e se li scambiarono.

Una bellissima pesca pendeva da un alberello. Giovanni la staccò dividendola, ne porse mezza alla fanciulla.

— «Tu mangerai il mio pane... — voleva fermarsi, ma la citazione così spezzata non gli piaceva, e continuò arrossendo impercettibilmente: — e poserai la tua testa sul mio petto».

— Così sia, Giovanni — disse la fanciulla coll’accento grave di chi pronunzia un giuramento.

Colle braccia intrecciate, guardandosi fino in fondo alle pupille, commossi, in estasi, discesero