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148 | Parte terza. |
sorpresa certamente nel vederla in giro a quell’ora.
Incominciò a salire la collina lungo i noccioli, i cui rami sottili le sferzavano i capelli, umettandoli di rugiada. Giunse al punto in cui la Sonna scompariva, e stette ferma qualche minuto ad ascoltarla come aveva fatto la sera prima, e le parve ancora che ripetesse: Giovanni!
Colle guance accese e i denti stretti tornò a salire, finchè vide la casetta bianca; allora le mancò il fiato e si sorresse contro un albero.
I colombi tubavano sul cornicione del tetto quasi a darle il benvenuto, e spiegando le candide ali scendevano fino alla rosea zona degli oleandri, rincorrendosi con graziosi trilli d’amore. Grandi farfalle dorate svolazzavano in silenzio dando opera al giornaliero lavoro e piccoli moscerini bruni uscivano di sotto ai cespugli chiedendo anch’essi una porzione di sole e di fiori.
Tutto era gaio e sereno intorno alla casetta; i grandi e i piccoli vi coglievano una eguale somma di felicità; l’uomo in buona armonia colla natura vi si era fatto un amico di ogni essere e di ogni cosa.
Editta si nascose dietro gli oleandri, tremante d’emozione, ma ferma nei suoi propositi e come