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146 Parte terza.


— O Giovanni! — mormorò la fanciulla, mentre due lagrime inutilmente represse le scorrevano dagli occhi; e le cadenze meste e gravi del torrente sembravano ripetere: Giovanni!

Stette ancora un pezzo alla finestra, assorta nel magico incanto, poi chiuse i vetri, spogliatasi per metà si gettò sul letto, dove un sonno rapido la colse. Ma al primo raggio dell’aurora era già desta.

Balzò in piedi, guardò l’orologio e con una vivacità febbrile ravviò alla lesta i capelli, l’abito; tese l’orecchio nel giardino quasi buio ancora, sprofondato nel silenzio. Giunse le mani e davanti all’alba che spuntava recitò questa brevissima invocazione:

— Mio Dio, siete voi che lo volete. Aiutatemi!

Girò lentamente la molla dell’uscio, lo rinchiuse con precauzione ed uscì.

Quella mattina la vecchia Margii, appisolata nel suo letto fra le dolcezze dell’ultimo sonnellino, avrebbe giurato che qualcuno apriva la porta di casa; ma fatta persuasa dalla riflessione che nessuno in famiglia aveva l’abitudine di levarsi così presto, si riaddormentò placidamente.