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144 Parte terza.


— L’ami e lo rifiuti? L’ami e l’offendi? O mia povera fanciulla, che strani sentimenti combattono nel tuo petto! come puoi essere così nemica di te stessa da ascoltare più l’orgoglio che l’amore? Se l’ami, in questo solo fatto sta la prova ch’egli è degno di te; e piangeresti così disperatamente se la coscienza non ti rimordesse di aver agito male? Comprendi ora di aver distrutta colle tue mani la tua felicità, ed è per questo che piangi; comprendi di aver offeso il più generoso degli uomini, ed è per questo che ti disperi.

Tali parole giuste e severe accrescevano le lagrime della fanciulla.

Amarilli aveva parlato come madre, ma le toccava anche la parte d’amica e di sorella, e dopo i rimproveri vennero le parole d’affetto e di compassione.

Oh! come riconosceva nella giovinetta impetuosa e fiera la sua povera sorella e quell’indomito carattere della sua famiglia che l’aveva sempre compresa di sgomento! Una dura esperienza fatta a suo costo le rendeva chiaro il grave errore commesso da Editta e se ne crucciava temendo con ragione che avesse da pentirsene per tutta la vita.