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Amore. 143

uscì fuori; vista la nipote accasciata su quel gradino colle mani sulla faccia, le si fece accanto chiamandola a bassa voce.

Nel riconoscere Amarilli, Editta balzò in piedi, le prese il braccio con furia e la trascinò dalla parte del giardino. Le raccontò tutto piangendo a calde lacrime.

Amarilli l’ammonì di essersi condotta troppo leggermente, precipitando una risoluzione che metteva in giuoco due vite. Le disse che il signor Giovanni era un ottimo giovane, rispettabile, e gentile, soggiunse che non le sarebbe mai più capitato un partito simile; pensava infine come la brusca risposta doveva ferire quel povero cuore e che opinione egli avrebbe recata di lei.

Editta piangeva sempre. Amarilli le disse ancora:

— Se non t’incontrava, dovevi assumere fin dal principio un conteggio diverso e non permettergli di arrivare al punto di una dichiarazione. Più volte io ho sorpreso il tuo sguardo che ricambiava il suo; più volte ti ho vista arrossire; come sarebbe avvenuto se non l’amavi?

Editta si fece tanto vicina a sua zia da metterle la bocca sull’orecchio: allora Amarilli udì queste parole mormorate come un sospiro:

— L’amo.