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142 Parte terza.

offerta che le assicurava l’avvenire; quella prova certa di essere amata, la riempiva di una dolce ebbrezza; ma il pensiero di vincolarsi per sempre ad un uomo inferiore, di rinunciare a’ suoi sogni grandiosi, alle sue poetiche speranze, di fermare a un tratto i voli della sua immaginazione e mettersi prosaicamente a cucir camicie a fianco di un marito che allevava galline....

In una vivida percezione del futuro le parve di scorgere Giovanni, a piedi nudi in un tino d’uva, e còlta da un pazzo terrore, esclamò:

— Non siamo fatti l’uno per l’altra! Creda signor Giovanni, le sono riconoscente... forse anch’io... ma è inutile farsi illusione; le nostre vie sono tracciate in un senso opposto; non saremmo felici. No.

Egli non disse una sola parola. La guardò intensamente con uno sguardo che dovette passare da parte a parte il cuore di Editta, perchè le forze le mancarono e si lasciò cadere sopra un gradino singhiozzando.

Il signor Giovanni si allontanò a passi lenti, mal sicuri, come un ubbriaco. Urtò una colonna, poi infilò una porta e sparve.

Amarilli dal salotto interno si accorse che qualche cosa di nuovo era successo sotto il portico;