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Amore. 139

pianto, erano già asciugate, e i suoi occhi tanto dolci splendevano di energia. Aveva lottato con sè stessa e aveva vinto.

Editta rispose:

— Sono pronta; ma in casa Spiccorlai non vengo.

Che cosa avrebbe fatto la povera orfanella? Quali erano le sue intenzioni? Non lo sapeva. Pur di non ritornare in quella casa era decisa a sopportare ogni stento. Anche in ciò l’energia del suo sangue non si smentiva; il corpo piegava alla necessità, l’orgoglio no.

Facevano assai tristamente i loro fardelli di nascosto di Bruno, che non voleva lasciarle partire.

Il lutto di Editta era cessato, pure lo continuava per un delicato riguardo verso l’amica morta. Mesta gramaglia! ella pensava, dovrò io portarti eternamente? Sì, perchè ogni gioia è finita per me, quest’abito è meno nero del mio avvenire.

Il signor Giovanni era venuto tutti i giorni dopo la morte di Rachele, ma in mezzo alla generale tristezza egli pure era triste, e non parlava. È ben vero che i suoi occhi si posavano ansiosi e quasi interrogatori sulla fanciulla; seppe